Wim Hof: l’uomo di ghiaccio
Il circolo polare artico finlandese potrebbe non sembrare un ottimo posto per correre una maratona a piedi nudi e in pantaloncini, a meno che tu non sia Wim Hof.
Wim Hof, meglio noto come “The Iceman”, ha raggiunto circa decine di record mondiali completando imprese di resistenza fisica in condizioni che avrebbero ucciso altri.
Il 59enne olandese ha scalato l’Everest in Nepal e il Kilimangiaro in Tanzania, la vetta più alta dell’Africa, indossando dei pantaloncini. Detiene il Guinness World Record per la nuotata più lunga sotto il ghiaccio e ha anche sopportato gli estremi del caldo secco, correndo una mezza maratona attraverso il deserto del Namib senza bere acqua.
Cosa dice la scienza
Gli atleti non sono gli unici interessati a queste imprese. I medici hanno studiato il cervello e il corpo dell’Uomo venuto dal ghiaccio nel tentativo di comprendere meglio i meccanismi fisici e mentali che consentono a Hof di sfidare apparentemente le leggi della natura.
Otto Musik, pediatra della School of Medicine della Wayne State University e i suoi coautori hanno recentemente inserito Hof in una macchina per la risonanza magnetica (MRI) esponendolo all’acqua fredda e analizzando cosa è successo all’interno del suo corpo.
I risultati, pubblicati di recente in uno studio sulla rivista NeuroImage, mostrano come Hof è in grado di usare la sua mente per indurre artificialmente una risposta allo stress nel suo corpo che lo aiuta a resistere agli effetti di freddo.
Il Dottor Musik lo inquadra come un caso di “cervello sul corpo”, in cui Hof attiva una funzione antidolorifica interna conducendo esercizi di respirazione, quindi esponendosi a una minaccia come il freddo estremo e improvviso. Questa tecnica permette a Hof di sentirsi felice mentre si trova in un ambiente gelido che sarebbe spiacevole in circostanze normali.
Il metodo Hof
Hof attribuisce il suo successo a quello che ha soprannominato il metodo Wim Hof, un tipo di condizionamento che prevede una serie di esercizi di respirazione che secondo lui chiunque può replicare.
L’uomo di ghiaccio sostiene di aver imparato la sua tecnica a costo di molti tentativi ed errori, per poi capire a distanza di anni quale fosse la chiave.
La tecnica richiede prima una fase di rilassamento, in un posto comodo per sdraiarsi come un divano o un letto. Quindi inizia una serie di esercizi di respirazione profonda per diversi minuti, spesso provocando una sorta di formicolio in alcune parti del corpo – un segno di ipocapnia, o bassa anidride carbonica nel sangue.
In un certo qual modo, la ricerca del Dottor Musik supporta l’ipotesi di Hof. Dopo che Hof ha svolto i suoi esercizi di preparazione e rilassamento, il Dottor Musik ha inserito Hof nella macchina per la risonanza magnetica in una tuta speciale, colpendolo con acqua fredda e acqua calda a cadenza regolare di cinque minuti. Alcune ricerche precedenti avevano dimostrato che questo esercizio rende il sangue di Hof più alcalino, poiché diventa saturo di ossigeno.
il Dottor Musik ha scoperto che, se esposto al freddo, Hof attiva una parte del cervello che rilascia oppioidi e cannabinoidi nel corpo. Questi componenti possono inibire i segnali responsabili di comunicare al corpo che si sta provando dolore o freddo e innescano il rilascio di dopamina e serotonina.
Lo studio del Dottor Musik offre una svolta: mostra che la respirazione, spesso considerata come un’abilità automatica, può essere controllata volontariamente. Hof ha infatti messo a punto una particolare tecnica respiratoria per l’ossigenazione dei tessuti, tramite una serie di inspiri lenti e profondi.
Sfruttare la respirazione può portare a un aumento dell’attività nelle parti del cervello che si occupano di pensiero e azione, che nel tempo può portare a cambiamenti fisici significativi.
Anche se i processi biologici che aiutano Hof a resistere al congelamento non sono ancora del tutto chiari, il Dottor Musik pensa che il metodo di Hof potrebbe effettivamente sopprimere il gonfiore dei tessuti e altre reazioni immunitarie.
Il cervello sembrerebbe quindi avere il potere di modificare la percezione del dolore.
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